3 Incontri Formativi 2018
Il 18 Ottobre, 8 e 28 Novembre
presso la Sala Lombardia in via Gallicciolli, 4 a Bergamo dalle ore 9.00 alle 13.30.
Riprendono con l’autunno le attività dello studio legale, una serie di impegni dedicati alla riflessione ed al dialogo intorno ai temi della violenza domestica e della violenza di genere.
Il 18 ottobre sarò ospite dell’Azienda Territoriale Sanitaria di Bergamo, da anni impegnata nell’agevolare il dialogo tra i soggetti che compongono le reti territoriali antiviolenza in vista dell’elaborazione di buone pratiche condivise.
In una sorta di continuum con il piano clinico, terreno sul quale la Dott.ssa Chantal Podio evidenzierà quali insegnamenti si possono trarre dall’esperienza degli uxoricidi, illustrerò il tentativo, compiuto sul piano giuridico/istituzionale, di riflettere sul fenomeno del femminicidio da una prospettiva nuova, quella “autoptica”.
I numeri confermano la percezione collettiva di assistere ad un massacro, una sorta “guerra civile di genere”: circa 150 casi all’anno in Italia, secondo i dati raccolti dal Ministero dell’Interno nel 2017, per un totale di circa 600 omicidi negli ultimi quattro anni, con un incremento rilevato dal Dossier di ferragosto del Viminale degli omicidi di donne, pur a fronte del decremento complessivo dei reati e degli omicidi in genere.
Sono numeri che raccontano di una inadeguatezza dell’attuale sistema statuale di protezione delle donne e che suggeriscono di riflettere in una dimensione più ampia, di esperienze comparate.
Ecco che allora diventa suggestiva l’analisi degli esiti di un gruppo di studio che ha applicato a 20 sentenze italiane di “femminicidio”, una metodica di analisi post mortem mutuata dal mondo anglosassone.
Parlerò di Domestic Homicide Review e di come il tentativo di adattare la procedura anglosassone al sistema italiano significhi sperimentare un terreno di indagine davvero innovativo nell’esperienza italiana; significa non concentrarsi solo sull’autore di reato, sulla sua biografia e sulla sua condotta, ma porre il focus sulla vittima, sulle sue relazioni amicali e familiari, e ciò per appurare se qualche disfunzione si sia verificata nella rete di protezione della donna e, in caso affermativo, in quale punto si sia annidiata.
Il modello di studio DHR è espressione di un approccio al fenomeno del femminicidio di tipo olistico, che promuove la compenetrazione di professionalità diverse per una risposta integrata alla lotta per l’eliminazione della violenza contro le donne e la violenza domestica in perfetta adesione alle previsioni dell’art.1 lett. e) della Conv. Istanbul.
Si tratta di una buona pratica internazionale che stimola una “comparazione di ritorno” anche rispetto a modelli di contrasto e di prevenzione della violenza domestica diversi da quelli che, pur virtuosamente, caratterizzano il nostro sistema di rete.
Si parlerà del Metodo Scotland e della possibilità di mutuare i ciriteri operativi di un sistema di protezione che si fonda sulla creazione di un gruppo di lavoro multidisciplinare, deputato ad intervenire nei casi di violenza domestica, grazie al raccordo di un tutor indipendente.
Scarica qui il programma dettagliato.